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Convenzione di Iyengar Yoga a Firenze: la saggezza di Raya Uma Datta sotto l’egida della Light on Yoga Association Italy

Convenzione di Iyengar Yoga a Firenze: la saggezza di Raya Uma Datta sotto l’egida della Light on Yoga Association Italy

Venerdì mattina, appena arrivate al luogo della convenzione di Iyengar Yoga a Firenze, ci ha accolte una lieve brezza, che portava con sé il dolce e inconfondibile profumo dei gelsomini in fiore. Sembrava che fosse la natura stessa ad aprire le porte di uno spazio sacro – un luogo in cui lo yoga non era solo una pratica, ma un modo di essere.

Dal 9 all’11 maggio, la città di Firenze ha ospitato un’eccezionale convenzione di Iyengar Yoga, organizzata con grande cura e dedizione dall’associazione Light on Yoga Association Italy, oggi conosciuta come Associazione Iyengar Yoga Italia (AIYI). L’evento ha superato i confini di un semplice incontro yogico – si è trasformato in un vibrante intreccio di energia, comunità, filosofia e profonda consapevolezza interiore.

Fondata nel 1990 da un gruppo di devoti allievi del maestro B.K.S. Iyengar, l’associazione AIYI si dedica da oltre trent’anni alla diffusione e tutela del suo insegnamento. Il nome richiama il celebre testo Light on Yoga, considerato uno dei più autorevoli e influenti libri sullo yoga mai pubblicati. Oggi, AIYI riunisce più di 400 insegnanti certificati di IYENGAR® Yoga in tutta Italia e supporta migliaia di praticanti per i quali lo yoga non è solo una disciplina fisica, ma un vero e proprio stile di vita.

Il viaggio ha inizio

Il nostro viaggio è iniziato alcuni giorni prima della convenzione. Con cura e attenzione abbiamo preparato tutti i materiali di RunToYoga, li abbiamo sistemati nel nostro ormai familiare furgone nero e ci siamo messe in viaggio verso Firenze. Partiamo dalla Slovenia, dove è nata anche la storia di RunToYoga – un progetto che unisce yoga, movimento e comunità.

Le emozioni alla partenza erano semplici e autentiche – gioia all’idea di rivedere volti conosciuti, curiosità per i nuovi incontri e gratitudine per poter essere di nuovo parte di una comunità unita dalla dedizione allo Iyengar Yoga. Un viaggio che non è solo fisico, ma anche interiore – capace, ogni volta, di portare qualcosa di silenzioso, personale e prezioso.

Raya Uma Datta – un insegnante con saggezza e cuore

Quest’anno la convenzione è stata guidata da Raya Uma Datta, uno dei principali insegnanti del rinomato Ramamani Iyengar Memorial Yoga Institute (RIMYI) di Pune, India. Raya ha incontrato lo Iyengar Yoga all’età di dieci anni e ha iniziato a insegnare nei suoi primi vent’anni. Nel 1998, ha partecipato alla dimostrazione di asana per l’80° compleanno di B.K.S. Iyengar, che lo ha poi scelto personalmente come suo allievo.

Oggi, Raya è un insegnante straordinario – preciso, perspicace e profondamente radicato nella comprensione filosofica.

Un weekend di pratica, consapevolezza e silenzio

Il venerdì è iniziato con le posizioni in piedi – all'apparenza semplici, ma sapientemente collegate in una sequenza coerente e densa di significato. Raya Uma Datta ha condiviso con noi alcune riflessioni sulla sequenza delle asana nel libro Light on Yoga, rivelando che spesso chiedeva al Guruji perché avesse scelto proprio quell’ordine. Da queste domande è nata una conversazione ricca – non solo sull’allineamento fisico, ma anche sul senso, sull’evoluzione e sulla simbolica profonda di ogni asana.

Durante tutto il weekend si sono intrecciati in modo sottile i fili della filosofia e della psicologia yogica, in particolare attraverso gli insegnamenti degli Yoga Sutra di Patañjali e il sentiero in otto stadi: Yama, Niyama, Asana, Pranayama, Pratyahara, Dharana, Dhyana, Samadhi. Raya ci ha invitati a riflettere sulla natura della mente umana – su come salta da un pensiero all'altro e interpreta ogni esperienza attraverso ruoli, identità e condizionamenti passati: “Sono un uomo. Sono un genitore. Faccio questo o quello nella vita.” Ma al di sotto di tutto ciò, ha sottolineato, siamo tutti uguali.

Così, lo yoga diventa un percorso di decostruzione – uno sciogliersi progressivo di ciò che crediamo di essere, non solo attraverso la pratica delle asana, ma anche nel vivere quotidianamente in modo consapevole e presente.

Sabato – la sequenza delle asana in Light on Yoga

Il sabato ci ha condotti più in profondità nella struttura delle sequenze – non solo il come, ma soprattutto il perché. Perché Guruji ha disposto alcune asana in un certo ordine? In che modo una prepara il corpo e la mente per la successiva? Ogni sequenza era curata nei dettagli e pensata con precisione.

Abbiamo praticato, respirato, ascoltato e imparato insieme – in un’esperienza in cui la pratica si è rivelata uno spazio di esplorazione, silenzio e intuizione.

Domenica – respiro, silenzio e presenza

La mattina della domenica è stata dedicata al pranayama – non solo al respiro, ma alla consapevole osservazione del respiro. Nella sala è calato un silenzio – non vuoto, ma profondo, pieno e rivolto verso l’interno. Si percepiva una gratitudine – silenziosa, ma reale. E c’è stato quel raro momento in cui non facevamo nulla. Stavamo semplicemente essendo.

Dopo una breve pausa caffè e qualche conversazione amichevole, siamo tornati sul tappetino per l’ultima sfida – una pratica di asana più dinamica e intensa, che ci ha ricordato quanto siano importanti la perseveranza, la pazienza e la forza interiore.

La vera profondità dello yoga

Alla fine del weekend, ci è stato nuovamente chiaro che lo yoga non è solo movimento. È un modo di relazionarsi con il mondo (yama), con se stessi (niyama), con il corpo (asana) e con i sensi (pranayama, pratyahara).

La vera trasformazione non avviene in una sola posizione. Arriva attraverso la disciplina, la consapevolezza e una pratica costante. Incontriamo la nostra resistenza – e impariamo a rammollirla. Scopriamo i nostri limiti – e iniziamo a trasformarli consapevolmente.

Grazie, Firenze!

Colme di ispirazione e con i corpi ammorbiditi, siamo tornate nel nostro piccolo angolo dell’evento – lo stand di RunToYoga, dove abbiamo accolto con gioia ogni persona che si è fermata. Siamo grate per ogni sorriso, ogni scambio di parole, e per ogni momento silenzioso in cui avete scelto un accessorio per sostenere la vostra pratica.

A tutti coloro che erano con noi – vi portiamo nel cuore e nella memoria con profonda gratitudine.
A chi non c’era – che queste parole vi portino un assaggio della pace e della magia profumata di gelsomino che abbiamo condiviso.

Namaste,
Ana & Eva

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